Sover fu prediale romano chiamato “Superius”. In seguito divenne luogo di dimora dei militi longobardi, gli “arimanni”, i quali stabilirono qui un luogo di sorveglianza di uno dei passaggi che dal nord, dalle terre dei “baiuvari”, portava a sud verso l’italia. Con l’avvento dei Franchi e sino al 1803 il territorio di Sover, formato dal capoluogo, dalle “ville” di Monte e Piscine e da vari altri masi, fu una giurisdizione del Capitolo del Duomo di Trento, ossìa l’insieme dei canonici che coàdiuvano il Vescovo nelle sue funzioni. Essendo tali “enclaves” capitolari un “diritto antico”, erano in un certo senso autonome rispetto a Trento, che era principato vescovile, nonché rispetto alla vicina contea del Tirolo

Per circa nove secoli Sover ebbe libertà ed autonomie gestionali sconosciute ai territori vicini e confermate dal Capitolo in vari documenti a partire dal 1243. Le libertà godute meritarono a Sover il titolo di “Magnifica Comunità”, unendo, in un pizzico d’orgoglio, gli abitanti delle varie “ville” e masi. Come scrisse nel 1777 il vicario del Capitolo, Sigismondo Manci, “il popolo di Sover, diviso in tre ville, Sover del Mont e alle Pissine oltre ai Masi che ritrovansi qua e là dispersi, è avezzo a reggersi da se’ piuttosto che depender da’ Superiori, ha proprio Statuto di Comunità Magnifica, con molta estensione e diviziose montagne fertili in pascoli e boschi, che con somma gelosia custodisce.”
Dopo il 1803 Sover, come tutta la valle, venne incluso nella contea del Tirolo e nell’Impero d’Austria, sino al 1920, quando il territorio fu annesso all’Italia.